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Il "funzionamento"
delle dimore tipiche

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Vi è una reciprocità tra ambiente e manufatti edilizi tradizionali. Un aspetto di questo rapporto è l’adattamento della casa al pendio senza alterare la morfologia dei luoghi ma sfruttando sapientemente l’andamento del terreno collinare. Si ha un sistema di accessi all’edificio differenziati: a monte quello del fienile, a valle, quello della stalla, che sono vani sempre sovrapposti. Quando la casa non è disposta su un suolo in pendenza, per raggiungere il piano superiore c’è la scala esterna: è quest’ultima, forse, il principale connotato rurale perché la si ritrova raramente nei centri urbani. Gli edifici sono generalmente a due piani: nel caso di un ulteriore piano, mentre il secondo era servito dalla scala esterna, per accedere al terzo la scala diventa interna.

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C’è, comunque, in ogni caso, una scala mobile, in legno, a pioli, appoggiata ad una parete che consente di raggiungere, tramite una botola, il sottotetto. Questo è ricavato nella copertura che in genere è a due spioventi: gli edifici contigui si aggregano alla parte della “quinta”; quando la “quinta” è libera in esso è aperto un foro, di forma tonda o triangolare, per dare luce ed aria ai locali sottotetto che erano utilizzati per ripostiglio. A volte l’edificio che ospita la stalla e il fienile risulta distinto da quello dell’abitazione. La casa ha anche altre appendici come il vano sottoscala nel quale sono alloggiati gli animali da cortile, il pozzo, l’aia, cioè un ampio spiazzo con pavimentazione in pietra. Spesso c’è un piccolo orto dietro l’abitazione. Questi spazi e i locali destinati ad annessi agricoli sono individuati con un termine specifico (es.: stalla, fienile, cantina, ecc.) al contrario dei vani di abitazione che sono chiamati indistintamente camere. Vi è una delimitazione di spazi e competenze: l’uomo lavora nella stalla, la donna nell’abitazione e nel pollaio, perché è lei che accudisce gli animali da cortile. Per alloggiare la capra, il maiale e le galline era utilizzato in genere il sottoscala della rampa esterna. La stalla è dotata di mangiatoia per le mucche, una sorta di arredo fisso. La stalla si trasforma spesso nel quartiere d’inverno del contadino e le mucche assolvono alla funzione di impianto di riscaldamento. Nelle dimore rurali, nelle quali mancavano del tutto il salotto e non c’erano ambienti di rappresentanza, erano piuttosto i granai, con l’abbondanza delle scorte, a denunciare un maggiore benessere. Come all’interno, così all’esterno, le case non manifestano differenze sociali rilevanti, contrariamente a quanto si verifica per altre categorie sociali, per le quali l’abitazione è anche status symbol.

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Per quanto riguarda le facciate esterne della casa è possibile notare alcune componenti ricorrenti. Su alcuni edifici sono incisi l’anno di costruzione e talvolta le iniziali del proprietario. È rara la presenza dei balconi nelle case rurali e la ringhiera in ferro lavorato costituisce un elemento decorativo. Ugualmente poco frequenti sono le abitazioni dotate di portone il quale ha il battente in ferro decorato. Alle volte nella posizione centrale della facciata, in alto, c’è una piccola edicola votiva che ha la funzione protettiva della casa. Si notano anche i capochiave delle catene in ferro che vengono messe spesso per rinforzare le costruzioni. Questa gamma articolata di caratteri dell’aspetto esterno si giustifica anche con una trasformazione continua delle tipologie rurali nell’arco storico. Una peculiarità della dimora rurale la si riscontra nei modi di vivere lo spazio interno e quello esterno, frutto della diversa organizzazione sociale; la casa era vissuta durante la stagione invernale e poco abitata durante il periodo nel quale si svolgono i lavori nei campi. Nei mesi estivi, nelle zone montane dove si svolge l’alpeggio, ci si trasferisce nei ricoveri temporanei che non diventano mai “casa” cioè luogo con valore simbolico che significa l’identità della famiglia, pur se abitati per lungo tempo e pur non differendo molto, se non nelle dimensioni che sono ridottissime, con le residenze principali per quanto riguarda la distribuzione degli spazi e la scarsità dell’arredo.

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